Raffaele, Carlo e Stefano sono davanti alla Madonna di Lourdes.
Si fermano, ansimanti per la corsa, con i battiti del cuore accelerati.
Stefano ha un riflesso automatico, è un ex prete, si fa il segno della croce. Gli altri lo imitano. Dopo qualche secondo di silenzio, Carlo riesce a trovare un filo di voce:
”L’aereo è caduto, sono tutti morti”
“Già” prosegue Raffaele “ricordo le esplosioni, quei 2 arabi che si sono fatti esplodere”
Stefano dormiva, non ricorda nulla. Ma adesso si chiede:
“Se siamo morti che ci facciamo qui?”
“Da bambino avevo una zia che mi raccontava storie religiose” prosegue Raf “ parlava di qualcuno che era morto e Dio l’ha fatto risuscitare, ma io non ci ho mai creduto”
“E invece siamo stati miracolati, non certo per i miei meriti” ammette Stefano.
“Nemmeno per i miei” prosegue Carlo.
“Forse perché siamo troppo cattivi” Raf sta sorridendo.
“Io sono un ex prete” prosegue Stefano “ho sempre pensato a un Dio che dà a tutti la possibilità di redimersi. Certo che a noi ne ha data una in più”
Sono silenziosi, che strana sensazione sentirsi miracolati. E poi non sono tipi che accettano volentieri di sentirsi in debito con qualcuno. Mica l’hanno chiesto loro di resuscitare.
Vedono una suora che si avvicina:
“Buongiorno sorella” parla Stefano ”siamo poverissimi, non abbiamo da mangiare e neppure un paio di scarpe”.
La suora li guarda, non capisce l’italiano, ma i loro gesti sono chiari.
Non sembrano denutriti e i loro occhi non sono quelli di chi ha sofferto. Ma hanno abito sporchi e stracciati e i piedi avvolti in pezzi di stoffa. Decide di aiutarli.
Li porta al dispensario, dove possono lavarsi e ricevono vestiti puliti e scarpe, poi in refettorio. Il cibo è semplice, acqua, pane, zuppa di verdure, mele.
Per Carlo, Stefano e Raffaele è un ottima cena.
Quella sera restano a dormire in convento, non vicino alle suore, in una stanza-sgabuzzino ricavata nel refettorio in cui hanno sistemato tre brandine.
Mentre sono al buio cominciano a pensare a domani.
Carlo, il ragazzo, propone ”Restiamo insieme anche domani?”
“Direi di sì” risponde Raf “non abbiamo documenti nè soldi, vediamo se la fortuna ci assiste e appena saremo tranquilli chi vorrà andrà per la sua strada”
“Sono d’accordo” conclude Stefano “domani proviamo a diventare indipendenti senza continuare ad elemosinare tutto”