L’omelia

Il 26 dicembre il tempo è terribile a Lourdes: freddissimo, vento gelido, nevischio.

Raf, Carlo e Stefano vengono fatti uscire dal dormitorio, dove hanno passato la notte, con modi gentili ma decisi.

All’aperto non si può stare, è troppo freddo.

Decidono di rifugiarsi in chiesa, si siedono e cominciano a guardarsi intorno.

C’è la messa, un prete italiano sta celebrando, non possono fare a meno di ascoltarlo:

“..perchè e facile pensare solo a questa vita, credersi eterni, farsi travolgere da tutto quello che ci bombarda: centro commerciali, cinema, pubblicità, miti dello sport, il collega pieno di successo, l’amico che ti da consigli, ma noi cristiani sappiamo che non è questo il nostro mondo.”

“La vita terrena ha una durata molto breve, noi aspettiamo la resurrezione per la vita eterna.”

“La resurrezione, questa è la nostra meta, quanti miracoli sono stati raccontati nella storia della chiesa, quelli di Gesù, quelli dei santi..ma la resurrezione .. è qualcosa di straordinario”

“Pensate ai nostri defunti, a che cosa resta dopo pochi anni: poche ossa dentro una scatolina, un pugnello di cenere, addirittura quei poveretti di Hiroshima, dopo la bomba atomica si sono dissolti…”

“ed ecco, tutti, ma proprio tutti ritroveremo il nostro corpo, quello attuale, con la carne e….vivremo per sempre…”

“che cosa avremo meritato: premio o castigo? Abbiamo tutto il tempo per decidere come vogliamo passare la vita eterna…”

Raf, Carlo e Stefano si guardano, sono presi da un senso di angoscia, e se fosse vero?

Scuotono la testa, come per scacciare pensieri nuovi e fastidiosi.

L’omeliaultima modifica: 2010-05-17T08:42:00+02:00da storia60a
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